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Piccole grandi storie: Al Capone

New York City è oggi una delle città più visitate al mondo, ma qual è la vera ragione? La maggior parte delle persone che ci sono state, vi risponderanno che NY non è come le altre; quello che puoi fare nella Grande Mela e la sensazione di libertà che provi mentre stai vivendo la città è unica. Viaggiare in questa enorme metropoli significa fare un’esperienza a 360°: provare nuove cucine provenienti da tutto il mondo, divertirsi nei migliori locali di tendenza, trascorrere magnifiche serate sui celebri rooftops all’ombra dei grattacieli e sorseggiare cocktails all’ultima moda. La città che non dorme mai è soprannominata così non a caso, ma in passato le cose erano diverse.

Negli anni Venti, gli Stati Uniti attraversarono l’età del Proibizionismo; quando, nel 1920, la legge nota come Volstead Act entrò in vigore, sancì l’inizio di un periodo difficile fatto di corruzione, restrizione e malavita. L’obiettivo principale era quello di moralizzare i cittadini statunitensi e limitare il consumo, la vendita e l’importazione di alcol ma, al contrario, questo divieto accrebbe il potere di gruppi mafiosi che presero il controllo del contrabbando di alcolici e sviluppò nelle città una rete di locali segreti nei quali l’alcol scorreva abusivamente a fiumi. Una tra le figure più influenti dell’epoca fu Al Capone, il boss di cui tutti almeno una volta nella vita hanno sentito parlare.

Nato nel 1899 a Brooklyn, Alphonse Gabriel Capone, è considerato uno dei maggiori protagonisti della criminalità organizzata statunitense. Figlio di immigrati italiani della Campania, iniziò la sua carriera da malavitoso all’età di soli quattordici anni entrando dapprima a far parte di gang piccole e di poco conto, fino ad arrivare ad associarsi alla celebre Five Points Gang, una delle più temute di tutta Manhattan. Ben presto Al Capone, soprannominato anche Scarface a causa di una cicatrice che portava sul volto, diventò uno dei più pericolosi gangster di tutta l’America e il suo ruolo nel commercio clandestino di alcol fu decisivo durante il Proibizionismo. In quell’epoca, in tutta la città cominciarono a sorgere i cosiddetti speakeasy, bar clandestini chiamati così per il tono sommesso di voce che si usava all’interno per evitare di essere scoperti dalla polizia, dove il consumo di alcol raddoppiò. Ancora oggi in città è possibile scoprire alcuni di questi locali segreti, uno fra tutti il Rudy’s Bar&Grill a Hell’s Kitchen, dove si narra che Al Capone fosse un cliente abituale.


Oggi il nome Al Capone è diventato l’appellativo sinonimo di gangster; nessun boss mafioso ha giocato un ruolo più incisivo nella storia della malavita mondiale. La sua controversa figura è di certo un esempio negativo: i capi d’accusa di contrabbando, prostituzione, gioco d’azzardo e omicidio raccontano quanto la sua vita sia stata fuorilegge e vissuta all’estremo. Ma come riuscì a gestire un’enorme e potente organizzazione criminale senza mai farsi arrestare? La risposta a questa domanda è parte dell’alone di mistero che aleggia intorno a questo personaggio.


Vi state chiedendo quale sia la connessione tra il leggendario gangster e Scatto a New York? La stanza dove dormiva Al Capone prima di lasciare la Grande Mela potrebbe presto diventare il nuovo ufficio di Scatto! Immergersi nel passato di questa grande città, ascoltare le mille storie che ha vissuto, conoscere anche i più nascosti e, a volte scomodi, particolari del suo passato è il modo migliore per viverla a pieno. Grazie ai tour organizzati da Scatto a New York che con trasporto privato e guida ufficiale vi condurrà alla scoperta di questa storica metropoli degli Stati Uniti, non vi perderete proprio nulla! Per info e prenotazioni, cliccate QUI


Articolo scritto da Marta Seminari

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